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Su www.avvenire.it troviamo questo articolo, relativo all’intervento che Stefano Benzoni, neuropsichiatria del Policlinico di Milano, ha proposto all’uditorio del Convegno internazionale «Supereroi fragili. Adolescenti oggi tra disagi e opportunità», organizzato dalla casa editrice Erickson.

Vogliamo porre all’attenzione quanto il dott. Benzoni segnala: «Sono in aumento soprattutto i casi complessi, cioè le situazioni multiproblematiche con più diagnosi contemporaneamente e con problemi psicosociali. Si tratta di casi in cui ci sono patologie psichiatriche di una certa gravità che, nel 40% dei casi, sono associati ad altre patologie, per esempio un disturbo d’ansia insieme a un disturbo da deficit di attenzione».

Cause? Benzoni ne evidenzia diverse: un aumento della sensibilizzazione nei confronti dei problemi degli adolescenti e quindi una maggior riconoscibilità dei problemi; inoltre, l’aumento del disagio sociale, delle diversità, delle difficoltà d’accesso ai servizi di cura. Infine l’impoverimento delle reti educative e fragilità familiari.

I nativi digitali soffrono proprio a causa del “vortice tecnologico”. «I nostri ragazzi vivono in famiglie sempre più “accelerate” – osserva il neuropsichiatra – dove si passa tantissimo tempo a fare tantissime cose con un senso di inconcludenza e con la sensazione di essere soverchiati con un isolamento crescente».  Il vortice tecnologico scava baratri tra le generazioni. Oggi tra un bambino di tre anni e il fratellino di otto c’è un divario più ampio, sul piano della comprensione tecnologica, rispetto a quello che ci separa dai nostri nonni. «Se i bambini vivono ad anni luce di distanza dai propri genitori, l’alienazione è in agguato. I genitori rincorrono gli strumenti educativi, invece di anticiparli e prospettarli ai figli».

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