Intensa serata, quella di giovedì.
Il nostro CDCA ha partecipato all’evento proposto dal Cinema Capitol Multisala per la giornata dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare.
Grazie all’invito di Laura de Laurentiis, il nostro responsabile – il dott. Angelo Amaglio – con una dei nostri terapeuti – la dott. Silvana Nozzolillo – abbiamo trascorso tre ore forti, provati dalle immagini di Sanna Lenken e dalle parole del dibattito successivo.
Il film “My skinny sister” è stato seguito da un pubblico attento.
La regista ha dipinto con un tratto sicuro, con inquadrature sfumate, scegliendo tra gli sguardi dei primi piani della giovane Rebecka Josephson – Stella, la piccola di casa – un quadro familiare nel quale maturano i rapporti tra i membri.
Lo spettatore è trasportato da Stella, che vede, capisce, è presente emotivamente al dramma che lentamente si consuma nella famiglia, nella quale ognuno vive una vita staccata dall’altro.
Gli adulti non sanno cosa accade, finché non scoppia la bomba: un “agito” di Stella, che – anche lei – parla attraverso un comportamento che allarma. La deflagrazione apre al problema che tutta la famiglia vive: il disturbo del comportamento alimentare della perfetta figlia Katja (l’attrice-cantante Amy Diamond), adolescente.
I genitori di Katja e Stella. Il ruolo degli adulti è disegnato dalla sceneggiatura in modo acutissimo: a mano a mano che il film procede, essi svelano tutte le proprie debolezze, impietriti come sono dalla paura di mandare la figlia in ospedale. Incapaci di ammettere che un problema effettivamente esiste, tentano di risolverlo da soli, tra le mura domestiche, con effetti devastanti.
Tutto è esposto con tratti “veristici”, partendo dall’esperienza di Sanna Lenken, che ha sofferto di disturbi dell’alimentazione e ha così voluto raccontarci che «il cibo e il corpo [sono] la porta d’accesso alla psicologia delle persone […], perché l’anoressia, come la bulimia, è strettamente legata alla psicologia. L’importante è capire cosa si nasconde dietro il nostro rapporto col cibo, se ci fa sentire più calmi o più ansiosi per esempio. In certi casi, un po’ come con l’alcool, si tratta di introdurre qualcosa nel nostro organismo per dimenticare quanto è orribile la nostra vita. L’anoressia è come la dipendenza dalla droga: all’inizio può darci l’impressione di controllare noi stessi e il caos che c’è fuori e dentro di noi. Ma, come ogni abuso, finisce per causare l’esatto opposto dell’indipendenza».
La Lenken ha realizzato un film efficace, che analizza i rapporti e le dinamiche familiari, offrendo una propria interpretazione del rapporto tra sorelle, attraverso i piccoli tradimenti, le gelosie e ponendo l’accento che i DCA sono dipendenze (gli sbalzi di umore di Katja; la negazione; il bisogno sfrenato delle condotte di compensazione…).
Eccezionale il cast.

Il film ha riscosso un grande successo nei festival internazionali cui ha partecipato, vincendo anche diversi premi, 8 per la precisione, tra cui l’Orso di cristallo alla Berlinale 2015.

L’atmosfera nella sala era sospesa… certamente le persone che hanno voluto esserci l’hanno fatto perché sono toccate profondamente dal tema, per molte ragioni… personali… professionali… esistenziali, insomma.
Il dibattito ha visto un uditorio attento, coinvolto attraverso le domande di Laura, le risposte dei relatori e gli interventi del pubblico.
Grande serata.
Ci auguriamo di poter ripetere la visione di questo film: le immagini parlano più delle numerose spiegazioni e – anzi – gli interventi degli esperti assumono più chiarezza.
Grazie a Laura de Laurentiis e al Cinema Capitol Multisala.
Grazie ai nostri Angelo Amaglio e Silvana Nozzolillo, come sempre capaci di leggere, divulgare e spiegare agli uditòri più disparati.